martedì 17 gennaio 2012

Servizi sociali e le strategie per il 2012: sostenibilità, appropriatezza e innovazione sono le parole chiave

Fonte Cronache Anconitane Autore Redazione Online 16 gen 2012
Il presidente Spacca durante la conferenza stampa di stamattina
ANCONA – Sostenibilità, appropriatezza e innovazione sono le parole-chiave  del Piano sociosanitario 2012 -2014 che, per la prima volta, integra le scelte sanitarie con quelle di politica sociale. Si tratta di una strategia ben precisa, adottata dalla Regione sia per far fronte all’azzeramento del Fondo per il sociale da parte del governo nazionale, sia per adeguare i servizi ai bisogni di una società dove le aspettative di vita si allungano e le necessità legate alla terza età aumentano. In questo contesto, gli obiettivi principali, proposti dalla giunta e approvati dal consiglio regionale attraverso il Piano sociosanitario, sono il potenziamento delle strutture sociosanitarie, il sostegno alla domiciliarità e l’appropriatezza delle cure. I servizi sociali – ha detto il presidente della Regione Gian Mario Spacca – sono un aspetto fondamentale e una priorità per il bilancio regionale 2012. In questo momento di difficoltà puntiamo infatti a difendere e rafforzare la coesione sociale della nostra comunità attraverso la protezione delle fragilità. Nonostante si sia registrato quest’anno un taglio drammatico dei fondi da parte dello Stato che fino allo scorso anno partecipava al 50%, mentre ora non raggiunge neanche il 10%, la Regione ha riconfermato e in alcuni casi, come per il fondo per la non autosufficienza,  aumentato le risorse. Su 113,7 milioni di euro solo 9 sono riconducibili allo Stato, tutto il resto è frutto  degli stanziamenti e dei risparmi effettuati dall’amministrazione regionale. Ovviamente, in linea con l’azione di “spending review” in corso per tutti i settori, anche per i servizi sociali gli interventi sono effettuati con rigore e selettività e sono soggetti a severa verifica”.
Ancona un momento della conferenza stampa di stamani in Regione
Il fondo per la non autosufficienza – ha evidenziato l’assessore regionale ai Servizi sociali, Luca Marconi – viene ricostituito e, anzi, aumentato, passando da 8 a 9 milioni di euro. E’ questo un segnale molto importante che testimonia l’impegno e l’attenzione della Regione per il sociale che non viene smantellato, bensì rafforzato. In particolare – ha continuato Marconi – l’aumento di un milione, destinato all’assegno di cura da utilizzare da parte degli Ambiti Territoriali Sociali, va incontro all’obbiettivo di favorire la domiciliarietà sociale e di sostenere le famiglie che svolgono attività di cura in casa”. Marconi ha ricordato i progetti avviati, quali la scuola per genitori e l’inclusione lavorativa e sociale per i detenuti, e quelli per il 2012: la scuola di diritto e cittadinanza per i cittadini immigrati e l’istituzione del servizio civile regionale, fino alla Festa del lavoro disabile in programma a maggio a Loreto. “Un impegno regionale triennale – ha concluso Marconi – come previsto dall’apposito Piano, che comporterà al termine del percorso una verifica su quanto è stato realizzato e che verrà fatta con la collaborazione dei Comuni”.
Risorse in aumento – Consistente lo stanziamento dei fondi per il Sociale che ammontano a 113,7 milioni di euro. Vengono conservate tutte le risorse del 2011 ed in alcuni casi, disabilità e non autosufficienza, è previsto addirittura un aumento di spesa per un totale di circa 113 milioni, ai quali vanno aggiunti altri 180 milioni circa, che i Comuni impegnano in compartecipazione sugli interventi regionali o in proprio, per loro specifiche iniziative. Va poi evidenziato che l’intervento statale che sarà impegnato nel 2012 raggiunge appena i 9 milioni di euro sul totale dei 113 milioni. Il bilancio sociale regionale è quindi in gran parte frutto di accantonamenti e residui, cioè prudenziali risparmi operati dalla Regione. Infine, ultimo qualificante punto riguarda il modo attraverso il quale i fondi regionali vengono distribuiti: solo 7 milioni in forma diretta per progetti e contributi da parte dell’ente Regione; 61 milioni trasferiti ai Comuni a beneficio di famiglie, disabili, anziani e strutture erogatrici di servizi; 44 milioni alle residenze protette per non autosufficienti finalizzate all’abbattimento delle rette a carico degli assistiti e delle loro famiglie.
Tipologie di intervento- I 113,7 milioni per il 2012 sono ripartiti per: non autosufficienza – integrazione rette; disabilità; Fondo unico politiche sociali a favore dei Comuni montani, dei piccoli Comuni, per la premialità dei progetti sperimentali e per il sostegno del reddito minimo vitale; infanzia; minorenni fuori famiglia, funzionamento e gestione ambiti territoriali sociali; dipendenze, fondo ex Bindi; fondo anticrisi; carcerati; associazioni; oratori; funzionamento commissione per l’accertamento dell’invalidità; progetti speciali; immigrati;   povertà; cooperazione; volontariato; tratta.
Fondo Non autosufficienza: il nuovo bando- La Regione Marche nei giorni scorsi ha approvato in via definitiva lo stanziamento e il relativo bando a beneficio dei cittadini marchigiani non autosufficienti. Il fondo sale da 8 a 9 milioni nonostante già dal 2011 il bilancio statale abbia cancellato ogni forma di contribuzione. Pertanto, la Regione Marche istituisce un  fondo con proprie risorse per proseguire nell’azione di assistenza e di cura degli anziani nei loro domicili. L’aumento di un milione viene destinato all’assegno di cura da utilizzare da parte degli Ambiti Territoriali Sociali, mentre gli 8 milioni storici saranno ripartiti dai Comuni fra assegno di cura e assistenza domiciliare secondo le esigenze prevalenti presenti nei vari territori. Si è scelto di potenziare la linea d’azione riguardante l’assegno di cura, perché considerata più idonea al raggiungimento dell’obbiettivo di favorire la domiciliarietà sociale e di sostenere le famiglie che svolgono attività di cura direttamente o tramite assistente familiare.
 La famiglia e la domiciliarità- Particolare attenzione è rivolta alla famiglia. Questa in quanto soggetto beneficiario centrale del welfare, viene presa in considerazione anche come soggetto attivo e sussidiario nell’assistenza dei minori, degli anziani e dei disabili. Quindi la famiglia insieme al Terzo Settore, attraverso il cosiddetto privato sociale, viene individuata come il fulcro della domiciliarità dei servizi secondo l’ovvia considerazione che chiunque, finché può, preferisce essere assistito e curato in casa piuttosto che in una struttura. Ciò non significa che la famiglia deve essere lasciata sola in quest’opera ma vuol dire che va continuamente seguita attraverso la presa in carico dei suoi soggetti più deboli e una organizzazione fondata sull’integrazione dei servizi socio-sanitari (ospedali, ambulatori, assistenza domiciliare integrata).
Le novità organizzative- Il  Piano sociosanitario per il sociale prevede una profonda riorganizzazione degli ambiti territoriali e sociali. Questo processo sarà il frutto di una attenta condivisione con gli enti locali volta a verificare la migliore organizzazione per l’erogazione di servizi condivisi e forniti in forma unitaria nei vari territori. L’obiettivo è semplice: riuscire con le risorse a disposizione, che non potranno più crescere, a dare servizi al maggior numero di persone evitando soprattutto duplicazioni e diseguaglianze. Verrà realizzato inoltre, un nuovo Testo Unico dei Servizi Sociali grazie al quale  ripensare il welfare per evitare azioni di smantellamento selvaggio e di aggressione purtroppo già in atto e per assicurare così la necessaria solidarietà ai più deboli in un contesto civile di garanzia e tutela dei diritti fondamentali. Ulteriore elemento di novità è rappresentato dalla volontà di rivedere l’ISEE unitamente a quanto è stato annunciato dal Governo e d’accordo con le altre Regioni. Prendere in maggiore considerazione il patrimonio e il carico dei figli sarà elemento di equità e giustizia sociale ma anche la direttiva per perseguire l’obiettivo di un reddito minimo vitale che dovrà essere garantito alla famiglia sia attraverso la leva fiscale (più detrazioni)  sia attraverso i normali canali di contribuzione e di assistenza (ad esempio assegni familiari o verifica dei benefici già erogati).

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