Mauro Moretti, presidente Csv Pescara
Difficile dire dove va il volontariato ma, nell’Anno Europeo dedicato a chi fa esperienza di gratuità, è interessante testimoniare quello che, come Csv della provincia di Pescara, facciamo ormai da qualche anno servendo questo grande mondo. In primo luogo, lavoriamo perché il volontariato possa essere ogni giorno meno dipendente dalla politica: è una svolta necessaria soprattutto perché ancora oggi, troppo spesso, non manca chi strumentalizza l’azione del volontariato in una ingannevole valorizzazione, tesa solamente a raccogliere consensi. Questa nuova indipendenza implica un volontariato che abbia il coraggio e la voglia di trovare strade alternative di sostegno alle proprie attività, sperimentando e rischiando, con decisione e senza tentennamenti forme nuove di azione. Ecco perché, allora, auspichiamo un volontariato con un’accresciuta consapevolezza del proprio ruolo originario che da sempre, nel nostro Paese, plasma la vita economica e sociale di ogni epoca. Crediamo in un volontariato che abbia la forza di riscoprirsi soggetto, senza la pretesa di essere l’unico capace di costruire il bene comune chiudendosi nell’autoreferenzialità, ma interagendo con altri protagonisti della vita sociale ed economica, a partire dal mondo produttivo, puntando sempre di più, ad esempio, su un sano e originale marketing sociale. Perché questo sia possibile – ecco un altro nostro suggerimento – è necessario che chi guida un’associazione di volontariato sia disposto ad apprendere e aprirsi ad altri modi di gestione, come quello imprenditoriale, senza snaturare la propria identità. Non, si badi, in un’ottica di profitto (questo semmai è un indicatore di sana gestione), ma in una sempre più adeguata professionalità nella gestione delle risorse, ad una più incisiva capacità di programmazione, ad una necessaria maturità comunicativa, ad un coinvolgimento del capitale umano in un progetto di lungo respiro. Che questo, poi, venga realizzato da persone che decidono liberamente di farlo senza ritorno economico, costituisce il miracolo della gratuità che da sempre contraddistingue l’operato del volontariato e che si impone come evidenza davanti al mondo fino a far vibrare il cuore dell’uomo, anche il più indurito dalla vita. La conseguenza di questo sarà il riconoscimento effettivo del ruolo del volontariato che a queste condizioni potrà essere interlocutore di progetti di sviluppo socio–economico del territorio e partner attendibile e desiderato di imprese, altre associazioni, istituzioni. Ci permettiamo di suggerire un volontariato che imbocchi senza remore la strada dell’innovazione che non vuol dire fare cose nuove, ma semplicemente guardare le cose in modo nuovo. Perché questo sia possibile, i Centri di Servizio devono osare sempre più nell’accompagnare le associazioni proprio in questo percorso, rimettendo continuamente in discussione il proprio agire in un confronto continuo con le associazioni, alla sempre più puntuale individuazione dei reali bisogni. La crisi economica degli ultimi anni ci ha insegnato proprio questo: solo un sano protagonismo di tutti a partire da una personale riscoperta del desiderio di felicità che tutto muove rappresenta la strada per costruire un bene comune capace di durare nel tempo. Mauro Moretti Presidente Csv Pescara
Difficile dire dove va il volontariato ma, nell’Anno Europeo dedicato a chi fa esperienza di gratuità, è interessante testimoniare quello che, come Csv della provincia di Pescara, facciamo ormai da qualche anno servendo questo grande mondo. In primo luogo, lavoriamo perché il volontariato possa essere ogni giorno meno dipendente dalla politica: è una svolta necessaria soprattutto perché ancora oggi, troppo spesso, non manca chi strumentalizza l’azione del volontariato in una ingannevole valorizzazione, tesa solamente a raccogliere consensi. Questa nuova indipendenza implica un volontariato che abbia il coraggio e la voglia di trovare strade alternative di sostegno alle proprie attività, sperimentando e rischiando, con decisione e senza tentennamenti forme nuove di azione. Ecco perché, allora, auspichiamo un volontariato con un’accresciuta consapevolezza del proprio ruolo originario che da sempre, nel nostro Paese, plasma la vita economica e sociale di ogni epoca. Crediamo in un volontariato che abbia la forza di riscoprirsi soggetto, senza la pretesa di essere l’unico capace di costruire il bene comune chiudendosi nell’autoreferenzialità, ma interagendo con altri protagonisti della vita sociale ed economica, a partire dal mondo produttivo, puntando sempre di più, ad esempio, su un sano e originale marketing sociale. Perché questo sia possibile – ecco un altro nostro suggerimento – è necessario che chi guida un’associazione di volontariato sia disposto ad apprendere e aprirsi ad altri modi di gestione, come quello imprenditoriale, senza snaturare la propria identità. Non, si badi, in un’ottica di profitto (questo semmai è un indicatore di sana gestione), ma in una sempre più adeguata professionalità nella gestione delle risorse, ad una più incisiva capacità di programmazione, ad una necessaria maturità comunicativa, ad un coinvolgimento del capitale umano in un progetto di lungo respiro. Che questo, poi, venga realizzato da persone che decidono liberamente di farlo senza ritorno economico, costituisce il miracolo della gratuità che da sempre contraddistingue l’operato del volontariato e che si impone come evidenza davanti al mondo fino a far vibrare il cuore dell’uomo, anche il più indurito dalla vita. La conseguenza di questo sarà il riconoscimento effettivo del ruolo del volontariato che a queste condizioni potrà essere interlocutore di progetti di sviluppo socio–economico del territorio e partner attendibile e desiderato di imprese, altre associazioni, istituzioni. Ci permettiamo di suggerire un volontariato che imbocchi senza remore la strada dell’innovazione che non vuol dire fare cose nuove, ma semplicemente guardare le cose in modo nuovo. Perché questo sia possibile, i Centri di Servizio devono osare sempre più nell’accompagnare le associazioni proprio in questo percorso, rimettendo continuamente in discussione il proprio agire in un confronto continuo con le associazioni, alla sempre più puntuale individuazione dei reali bisogni. La crisi economica degli ultimi anni ci ha insegnato proprio questo: solo un sano protagonismo di tutti a partire da una personale riscoperta del desiderio di felicità che tutto muove rappresenta la strada per costruire un bene comune capace di durare nel tempo. Mauro Moretti Presidente Csv Pescara
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